Cannabidiolo: alleato per la nostra pelle

Articolo di Filippo Pardini

La nostra pelle rappresenta una barriera protettiva. Essa ci protegge dagli insulti ambientali che possono portare alla formazione di specie reattive dell’ossigeno (ROS), sostanze che causano lo stress ossidativo. Quest’ultimo induce danni cellulari e può provocare infiammazione cronica se non controllato ed è anche implicato nei disturbi della pelle e nell’invecchiamento cutaneo. I cheratinociti sono le cellule principali della pelle e sono particolarmente sensibili agli stress ambientali. Malattie infiammatorie cutanee, come dermatite atopica e psoriasi, derivano da eventi complessi che includono la disregolazione e le espressioni anormale dei mediatori dell’infiammazione nei cheratinociti, come la sovraespressione dell’interleuchina 8 e delle metalloproteinasi che contribuiscono alla degradazione della matrice extracellulare.

In aiuto della pelle, per contrastare processi infiammatori e i radicali liberi, arriva una sostanza vegetale, il cannabidiolo.

Il cannabidiolo (CBD) è una sostanza appartenente alla famiglia dei fitocannabinoidi e si ricava dalla pianta Cannabis sativa. È stato dimostrato che i fitocannabinoidi modulano le risposte infiammatorie regolando diverse vie di segnalazione dell’infiammazione e risultano pertanto utili per diverse affezioni cutanee.

Ad esempio uno studio ha messo in evidenza come preparati a base di CBD fossero in grado di inibire il rilascio di mediatori di infiammazione coinvolti nella guarigione delle ferite e nei processi infiammatori che si verificano nella pelle. Un altro studio, utilizzando modelli cellulari di dermatite allergica da contatto, ha dimostrato come il CBD mostrasse spiccata azione antinfiammatoria nei confronti di queste cellule.  Il CBD potrebbe potenzialmente svolgere anche un ruolo nella modulazione della risposta al prurito, sebbene occorrano ancora studi più definiti.

Molto importante è il ruolo del CBD nel trattamento della dermatite atopica. Uno studio compiuto su soggetti affetti da questa patologia a cui sono stati somministrati preparati cutanei a base di CBD, ha mostrato come nel 67% dei soggetti si è osservata una diminuzione del prurito e il 50% dei partecipanti ha percepito un miglioramento del proprio eczema di oltre il 60%. Questo studio osservazionale ha fatto luce sulla potenziale utilità clinica del CBD topico nel trattamento della dermatite atopica. È stato segnalato anche che CBD mostra una potente attività contro una varietà di ceppi Gram-positivi di Staphylococcus aureus, Listeria monocytogenes, Enterococcus faecalis, Staphylococcus epidermidis. Questo potrebbe risultare potenzialmente utile per il trattamento delle infezioni secondarie associate alla dermatite atopica, infezioni che si verificano a causa del prurito e del continuo grattarsi, situazioni che creano la comparsa di micro ferite sulla pelle e rendono suscettibile la cute alla colonizzazione da parte di batteri patogeni.

L’azione del CBD sulla cute è particolarmente spiccata in quanto, a livello della nostra pelle, vi sono tantissimi recettori appartenenti al sistema endocannabinoide. Questo sistema è una rete evolutivamente conservata di segnalazione molecolare che svolge un ruolo nell’omeostasi corporea. Il sistema endocannabinoide è costituito da molecole di segnalazione (gli endocannabinoidi come il CBD), recettori specifici ed enzimi che sintetizzano e scompongono endocannabinoidi e trasportatori di endocannabinoidi. Nella pelle i recettori per i cannabinoidi si trovano a livello non solo dei cheratinociti ma anche di altre componenti cellulari come i fibroblasti, le ghiandole sebacee, i follicoli piliferi, e i melanociti.

In conclusione il potenziale terapeutico del CBD per il trattamento topico delle affezioni cutanee è molto promettente, specialmente in caso di infiammazione cutanea, prurito o sovra infezioni cutanee.

 

References

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