Mascherine chirurgiche FFP1, FFP2 e FFP3: le principali differenze

Le mascherine FFP1, FFP2 e FFP3 sono maschere facciali (l’acronimo FPP in inglese sta per Filtering Facepiece) realizzate in tessuto e materiale filtrante, pensate per impedire alle particelle di varia grandezza di contaminare il sistema respiratorio.

Le differenze tra mascherine FFP1, FFP2 e FFP3

La numerazione progressiva (FFP1, FPP2, FFP3) indica la capacità di filtraggio dell’aria, sia verso l’esterno che verso chi la indossa. Le mascherine FFP1 hanno una capacità filtrante limitata (pari a circa l’80%), poiché sono in grado di bloccare solo le particelle più grosse nell’aria respirata, mentre le FPP2 è dotata di un’efficienza filtrante del 95%. La FPP3 invece riesce a filtrare il 98% delle particelle, ed è la mascherina più performante della categoria.

Prima della pandemia da Covid-19, questi Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) erano utilizzati principalmente nell’industria, per proteggere i lavoratori da polveri sottili, fumi e aerosol generati durante la lavorazione di materiali e sostanze tossiche.

Tuttavia, poiché i virus sono agenti infettivi di dimensioni minuscole, più piccoli delle cosiddette “polveri sottili” su cui le maschere FFP sono testate, non è ancora chiaro quanto queste ultime siano efficaci nei confronti del Covid-19. L’Istituto Superiore di Sanità consiglia alla popolazione di utilizzare mascherine chirurgiche o mascherine di comunità, ovvero “mascherine monouso o mascherine lavabili, anche auto-prodotte, in materiali multistrato idonei a fornire un’adeguata barriera e, al contempo, che garantiscano comfort e respirabilità, forma e aderenza adeguate che permettano di coprire dal mento al di sopra del naso”.  Nel caso in cui la persona abbia sintomi da infezione respiratoria, dovrà invece ricorrere a mascherine certificate come dispositivi medici.

Al personale medico viene raccomandato l’impiego di una mascherina chirurgica o, nel caso in cui vi sia un contatto diretto con pazienti positivi al virus in un ambiente in cui vengono eseguite delle procedure di generazione di aereosol (AGP), di un dispositivo FPP2 o FPP3.

Nell’ottica di contenere il contagio, vanno evitate le mascherine con valvola, poiché espellono l’aria espirata da chi la indossa senza filtrarla (indice di filtrazione batterica in uscita del 20%), e non proteggono quindi le altre persone.

Le mascherine chirurgiche

Sono dei dispositivi medici utilizzati dal personale sanitario per proteggere i pazienti dalla trasmissione di agenti infettivi. Si suddividono in tre categorie in base all’efficienza della filtrazione batterica (BFE):

  • TIPO I (BFE  ≥ 95%);
  • TIPO II (BFE  ≥ 98%);
  • TIPO IIR (BFE  ≥ 98% con resistenza meccanica agli spruzzi).

Tuttavia, le mascherine chirurgiche hanno una ridotta capacità filtrante dall’esterno verso chi le indossa (BFE in entrata di circa il 20%) principalmente dovuta alla scarsa aderenza al volto e al tipo di tessuto non idrorepellente. Di conseguenza, sono utili per impedire a chi le indossa di contagiare gli altri, ma non garantiscono una protezione adeguata nei confronti delle particelle di virus provenienti dall’esterno.

In generale, le mascherine chirurgiche vanno utilizzate per un massimo di 4 ore, mentre le FPP2 monouso per 8-10 ore. Dopo questo periodo di tempo infatti perdono la loro capacità filtrante.

Le mascherine filtranti lavabili

Questi dispositivi sono realizzati in tessuto lavabile e sono riutilizzabili. Sul mercato ne esistono moltissimi modelli, ma è preferibile scegliere solo prodotti certificati CE e registrati presso il Ministero della Salute con la dicitura “dispositivo medico CE”, conformi ai requisiti richiesti dalla legge e dall’efficacia dimostrata da test clinici accurati.

Herpaso Mask, ad esempio, è una mascherina certificata CE e registrata come dispositivo medico di classe I CE che ha un indice di filtrazione batterica (BFE) del 98,7% in entrata (protezione per chi la indossa) e del 98,5% in uscita (protezione verso le altre persone. La sua efficacia filtrante è quindi superiore alla mascherina chirurgica e alla FPP2, e scende appena al 96% dopo il ventesimo lavaggio.

A differenza delle mascherine chirurgiche, che possono risultare irritanti per la pelle a causa della presenza di biossido di titanio, questi dispositivi sono comodi da indossare, oltre che più gradevoli dal punto di vista estetico, grazie alle diverse colorazioni e fantasie disponibili. Inoltre, sono meno inquinanti e più economici, perché possono essere riutilizzati molte volte prima di perdere le loro proprietà filtranti.